Guido Masetti – Ciancicone

Guido Masetti è stato il portiere della Roma di Campo Testaccio, ed è subito dopo Franco Tancredi, l’uomo che per più partite ha difeso la nostra porta. Ben 339 sono le presenze da calciatore in maglia giallorossa, che ha anche avuto l’onore di allenare.

Masetti non era nato a Roma ma a Verona. Proprio nella sua città natale esordì tra i professionisti (prima come centrocampista poi come portiere), e nel 1930 arrivò alla Roma dove rimase tutta la sua carriera fino al 1943, stagione che terminò da giocatore-allenatore.

Terzo capitano della Roma, con la quale vinse il titolo di campione d’Italia fu anche due volte campione del mondo con la nazionale. Venne inserito nella hall of fame giallorossa nel 2015 e tributato dai tifosi romanisti che lo hanno inserito tra i capitani e le bandiere più rappresentative nella coreografia preparata per il derby del 2015.

Una coraggiosa uscita di Guido Masetti

Curiosità

Per tre partite vestì anche la maglia della Lazio. Accadde nell’estate che precedette la sua seconda stagione in maglia romanista. La Lazio lo ottenne in prestito temporaneo per sostituire il portiere Sclavi a sua volta prestato dalla Juventus.

Era un calcio diverso da quello attuale, meno organizzato, meno ricco ma molto più romantico, che ci ha regalato emozioni personaggi ed aneddoti irripetibili.

Soprannominato “Ciancicone” perché per allentare la pressione di “masticava” una asciugamano che si portava tra i pali.

Il veneto testaccino

Volk segna e Masetti non fa segnare” cantavano i tifosi giallorossi al loro portierone. I tifosi amavano Masetti per la sua fedeltà alla maglia e per il suo carattere ironico e gioviale che ne facevano un grande capitano.

Impossibile per i suoi compagni sfuggire ai suoi continui scherzi, impossibile non lasciarsi contagiare dalla sua allegria, impossibile non seguire il suo carisma in campo.

Curiosamente giocòi suoi ultimi minuti da calciatore della Roma non come portiere ma come ala sinistra. Era un derby giocato il 7 Maggio del 1944, in piena guerra mondiale, col campionato italiano sospeso ma con il calcio che non si era fermato.

Dopo l’armistizio del 1943 fu organizzato un torneo del centro Italia su base regionale. Masetti, che si era ritirato la stagione precedente e che della Roma era l’allenatore, viene convinto a rimettersi in forma e tornare in campo a difendere la porta romanista. La sua ultima parata fu una prodigiosa respinta sul tiro di Andreolo. Cadendo a terra si lussò la spalla e fu costretto ad abbandonare la porta. Per non lasciare la squadra in 10 si schierò sulla fascia sinistra col braccio fasciato, tra gli applausi dei suoi tifosi.

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