Giorgio Rossi

Giorgio Rossi

Quando parliamo dei più importanti personaggi che hanno reso grande la As roma, accanto alle figure di calciatori, allenatori e presidenti non possiamo non menzionare un massaggiatore: il grandissimo Giorgio Rossi.

Giorgio Rossi era certamente molto più di un massaggiatore per la Roma. Era una persona i cui valori, l’empatia, la generosità nei confronti del prossimo sono stati universalmente riconosciuti, ed hanno accompagnato la storia giallorossa per ben 55 anni, dal 1957 al 2012. È l’unico tesserato giallorosso ad aver vinto i due scudetti del 1983 e del 2001.

Gli avversari hanno amato l’uomo, noi tifosi abbiamo avuto l’onore di apprezzare anche la sua passione romanista. Nell’ultima partita prima del pensionamento la curva gli dedica uno striscione:

La Curva Sud ti rende omaggio. Lode a te Giorgio Rossi“. 

In rete si trovano decine di aneddoti sul profondo affetto che per decenni ha legato Giorgio Rossi a tutto l’ambiente del calcio in particolare quello romanista, a me piace ricordarne uno personale che mi ha aiutato a capire meglio la grande generosità dell’uomo:

Ero poco più di un bambino, parliamo della seconda metà degli anni 80. Avevo mio Zio in ospedale per un problema cardiaco, e nella stanza era ricoverato anche Giorgio Rossi. Quando mi hanno detto questa cosa nella mia testa di piccolo romanista non ho pensato che non era il momento opportuno. Quando i miei andarono a fargli visita in ospedale e mi chiesero “vuoi che diciamo qualcosa a Zio per te?” Istintivamente dissi: “si, se può chiedere al massaggiatore della Roma l’autografo dei giocatori”.

All’epoca non mi sembrò niente di speciale quando mio zio tornato dall’ospedale si presentò a casa con un bellissimo poster autografato in originale da praticamente tutta la squadra. Nulla più di un bellissimo gadget che mi ha fatto compagnia per anni in cameretta.

Oggi però da adulto in quel poster riesco a vedere molto di più, riesco a riconoscere un’anima generosa. Quell’uomo, in ospedale per motivi abbastanza seri, si è preoccupato di farsi mandare dai “suoi” calciatori quello che un ragazzino mai visto e conosciuto gli aveva chiesto. Il solo pensiero che in qualche modo se ne sia occupato parlando di me a qualcuno che è andato a trovarlo, me lo fa ricordare ogni volta che vedo calciatori che arrivano da star su macchinone costosissime e testa bassa. Che sfrecciano davanti a bambini che aspettano ore fuori un cancello per poter avere solo una foto o un autografo.

Giorgio Rossi era così. Il bravissimo massaggiatore che salvò la vita di Lionello Manfredonia aprendogli i denti con le forbici e facendogli la respirazione bocca a bocca. Quello che per oltre mezzo secolo ha riscaldato i muscoli di Bruno Conti, Falcao, Nela, Totti, Batistuta, Montella. L’uomo che uscendo fuori dalle proprie mansioni aveva sempre un consiglio e una parola per tutti, che si preoccupava dei litigi tra compagni e provava ad accomodarli, quello che sapeva tutto di tutti perché tutti glielo raccontavano, e lui lo teneva per se.

Se ne è andato il 23 Settembre del 2018 uno dei simboli di un calcio ormai dimenticato. Oggi probabilmente i calciatori faticano a ricordare il nome del proprio massaggiatore, ma per i giocatori della Roma dal 1957 al 2012 chi si occupava dei muscoli era qualcosa di più speciale che un semplice collaboratore.

Ciao Giorgio, ci manchi tanto.

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