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Blog – CUCS

Mourinho, prove di compatibilità

Ricordo ancora la grande gioia e le vibrazioni positive che si avvertivano in città quando come un tuono improvviso tutti i media del mondo annunciavano la sorprendente ed inaspettata notizia di Mourinho alla Roma.

Era il 4 Maggio 2021, poco più di sei mesi fa. In un ambiente come quello di Roma questa notizia fantastica ha esaltato i tifosi all’inverosimile. Per giorni sono cominciati ad uscire nomi improponibili per la nostra attuale dimensione. Si è parlato di Sergio Ramos, Donnarumma, Icardi, e addirittura di Cristiano Ronaldo. Poi è arrivato il mercato vero… con le difficoltà di chiudere anche colpi non particolarmente onerosi come Xacha, richiesto a gran voce da Mou, e con qualche bel colpo di frusta come l’arrivo di un interessantissimo e giovane Abraham che però andava a sostituire una colonna della squadra come Dzeko. Ancora l’entusiasmo era alto, la parola d’ordine era “ci fidiamo di Mou”.

Le prime sei partite ufficiali con sei vittorie avevano alzato l’asticella, e come sempre succede qualcuno ha cominciato a nominare la parola scudetto.

Non stiamo parlando di una vita fa, ma di un mese. Cosa mai è successo dal 19 Settembre ad oggi?

È successo che la Roma ha giocato 7 partite, vincendone 3 (in casa contro Udinese ed Empoli e in Conference nella trasferta contro lo Zorya). Le altre 4 partite le ha perse, più o meno malamente contro il Verona giocando un secondo tempo inguardabile, contro la Lazio con un indecoroso approccio alla partita e due goal in 20 minuti, contro la Juve giocando anche decentemente ma comunque uscendo sconfitta, ma soprattutto è successa la partita di Giovedì a Bodo, nella quale è riuscita a prendere 6 goal da una squadra norvegese, stabilendo il triste primato di essere l’unica squadra ad aver preso almeno 6 goal in tutte le competizioni europee.

In appena un mese è cambiato tutto. Azzerata la fiducia a società, giocatori e tecnico. Ma cosa possiamo aspettarci per il prossimo futuro? Mourinho è davvero bollito? Lo special one è solo un ricordo?

Provo a dire la mia. Mourinho era e resta un grandissimo allenatore. Soprattutto è uno che sa comunicare molto bene ed è il meglio che la Roma potesse prendere per la panchina. Però secondo me in questo momento non lo sta dimostrando.

Non sono di quelli che fa confronti. La Roma lo scorso anno a questo punto del campionato aveva 3 punti in più, ed era a 3 punti dal vertice con un punto tolto a tavolino, ma chi se ne frega, visto che alla fine è arrivata settima. In campionato siamo quarti, in linea con quelli che sono i valori tecnici della Roma, e passeremo senza problemi il girone di Conference.

Quello che non mi sta piacendo del tecnico portoghese è l’atteggiamento. Probabilmente è una sua scelta e a fine anno mi auguro di rimangiarmi tutto perché alla fine avrà ragione lui, ma molte cose non mi tornano.

In primis questo continuo riferimento al risultato della stagione scorsa. Bene, è vero che la Roma non era andata bene, ma proprio per questo è arrivato lui. Se Fonseca aveva deluso evidentemente si pensava che la qualità della rosa valesse di più di un settimo posto in campionato, e comunque non ci ha preso sotto i ponti, perché comunque la Roma ha giocato le semifinali di Europa League con tanto rammarico per come è finita.

L’altra cosa che proprio non mi piace è lo sfogo di Giovedì. Sostenere che la squadra che è scesa in campo fosse inferiore al Bodo Glimt è una doppia sciocchezza. Intanto perché non è vero, visto il valore economico dei calciatori in campo ed i relativi stipendi. Poi la Roma 4 dei 6 goal li prende con una formazione quasi titolare, da Patricio a Ibanhez, da Miky a Pellegrini, da Cristante a Abraham che erano lì quando bucavano la nostra difesa in continuazione.

Inoltre bisogna capire se quelle dichiarazioni sono uno sfogo a caldo, oppure sono volute e pensate. Perché se gli sono uscite come sfogo è grave per un tecnico della sua esperienza, visto che potrebbero costare cari in termine di valutazione dei giocatori in questione qualora la società tenti di venderli, e perché questi giocatori serviranno sicuramente durante la stagione e non so quanto saranno stati contenti di sentirsi dare delle pippe pubblicamente.

Se invece lo sfogo è voluto alzo le mani, perché lui è Mourinho e sicuramente è più probabile che sbaglio io, però mi aspetto un qualcosa di più da questa squadra. Ora nelle prossime tre ce la vedremo con Napoli e Milan, ed ok che probabilmente hanno qualcosa più di noi però non è nemmeno detto che gli scontri diretti li dobbiamo sempre perdere. Così come ci capita di steccare qualche partita contro avversari più deboli dobbiamo essere anche capaci di fare qualche grande prestazione contro quelle più forti.

Io sto ancora con Mourinho, ma un progetto di tre anni è vero che ha bisogno di tempo, però non deve necessariamente passare per partite come quella di Giovedì dove la sua colpa non è stata solo quella di fare turnover.

Credo che il mister abituato a squadre di ben altro potenziale stia faticando un po’ ad entrare in sintonia con questa nuova realtà. Penso che alla fine ci riuscirà e farà bene come al solito, riportando alla Roma uno straccio di vittoria magari anche quest’anno. Ma deve sbrigarsi a capire dove ha scelto di allenare, perché qui a Roma ti bruci subito, anche se ti chiami Mourinho.

La conferenza stampa

Il mister in conferenza stampa mostra sicurezza e difende la Società e Pinto. La strada da fare è tanta ma lo special one sembra sul pezzo.

Bodo Glimt – Roma, VERGOGNA

Avrei potuto immaginare tutto, ma non che Bodo Glimt – Roma, partita del girone di Conference League potesse entrare nella storia della nostra Roma.

Una partita inutile se vogliamo, anche una sconfitta non avrebbe cambiato quasi nulla nelle sotto del girone. Ma noi no, siamo riusciti a fare molto di più che perdere. Siamo riusciti a farci umiliare, a prendere 6 goal da una squadra che vale forse la serie B italiana.

Solitamente sono contrario a rivoluzionare le squadre con un turnover troppo spinto, perché si perde identità e difficilmente riesci a fare bene. In questo caso invece ho pensato che Mourinho facesse bene, in fondo non si rischiava quasi nulla e tra pochi giorni c’è il Napoli. Non avrei mai immaginato di vedere questo.

Sei goal… come contro il il Barcellona nel 2015, solo che stavolta non c’era davanti Messi, ma un gruppo di ragazzotti volenterosi che non credevano nemmeno loro a quello che stava succedendo.

Tanto per far capire contro chi abbiamo perso, Bodo è una grigia e fredda cittadina dell’estremo nord della Norvegia. Poco più di un paese, 55.000 abitanti, tanti quanti Anzio per far capire le proporzioni.

Per chi non lo sapesse ecco dove si trova Bodo

Aspettiamo le scuse, scuse nei confronti di 400 ragazzi che hanno speso soldi e hanno fatto una trasferta improponibile per vedere questo schifo, ma anche nei confronti di tutti i tifosi della Roma che non ne possono più di vedere imbarcate ed umiliazioni.

Pensavamo che con Mourinho non sarebbe più successo, che si poteva perdere, che non siamo una squadra che può vincere il campionato, ma ci sentivamo garantiti dal punto di vista mentale Invece niente.

Non si può parlare di singoli, e nemmeno tanto di turnover perché la Roma la metà dei goal li ha presi con Abraham, Pellegrini, Mikytarian, Cristante, Rui Patricio, Ibanhez in campo, e questi sono titolari.

Questa onta non si laverà mai, stasera siamo riusciti a far entrare nella storia Bodo Glimt – Roma.

Messaggio per Mourinho: adesso è il momento di farci vedere la differenza tra lo SPECIAL ONE e un allenatore normale, perché altrimenti è inutile parlare di progetti, di futuro. Noi aspettiamo il futuro, siamo pazienti, sono anni che aspettiamo. Ma il futuro non deve passare per questo presente!

Bodo Glimt – Roma, uno scomodo allenamento sull’erba sintetica

Questa sera alle ore 18.45 la Roma scenderà in campo all’Aspmyra Stadionper la terza partita del girone di Conference League.

La squadra norvegese non è uno scoglio insuperabile, tuttavia la gara che ai fini della qualificazione non conta moltissimo, può essere importante per archiviare la pratica europea con tre partite di anticipo. La classifica al momento vede la Roma prima con 6 punti, e al secondo posto c’è proprio il Glimt staccato di due punti. Vincere, oltre che fare il proprio dovere significherebbe portare il vantaggio sulla seconda a 5 punti, ed allora le ultime tre partite del girone consentirebbero un turnover praticamente totale.

Anche stasera comunque scenderanno in campo le seconde linee che dovrebbero essere sufficienti per sbarazzarsi di una squadra che al momento comunque guida la classifica del suo Paese. La speranza è di non dover scomodare qualche giocatore più importante se le cose non si mettessero bene.

La cosa peggiore di questa gara è il viaggio, il fatto di dover giocare su un campo sintetico (con tutte le insidie che ne derivano) e lo sbalzo di temperatura a cui i giocatori si sottoporranno.

Riuscire a sbloccare presto la gara e poterla gestire sarebbe auspicabile per togliere il meno possibile in vista della grande sfida contro il Napoli.

Bodo Glimt (4-3-3): Haikin; Sampsted, Lode, Hoibraten, Bjorkan; Brustad, Berg, Konradsen; Solbakken, Botheim, Pellegrino. Allenatore: Knutsen.

Roma (4-2-3-1): Rui Patricio; Reynolds, Kumbulla, Ibanez, Calafiori; Darboe, Diawara; Perez, Villar, El Shaarawy; Shomurodov. Allenatore: Mourinho.

juve-roma pagelle

Juventus – Roma 1-0, le pagelle: Una prova sufficiente per una sconfitta meritata

La Roma conferma la sua tradizione a casa Juventus ed esce sconfitta per l’ennesima volta. Le sensazioni a caldo sono piuttosto brutte, perché nonostante una prova sufficiente, un controllo della partita quasi continuo l’impressione a guardarla era che la sconfitta fosse inevitabile.

Primo tempo che sembra un film già visto. La Roma parte molto bene, Zaniolo sembra in serata di grazia e riesce a mettere in grande difficoltà l Juventus. Poi arriva una palla buttata in area, una mezza spinta, un mezzo rimpallo e la Juve passa in vantaggio al 15’ minuto. Non basta, passano solo 5 minuti e Zaniolo sente un dolore, resta in campo qualche minuto giusto il tempo di far scaldare El Shaarawy ed è costretto a lasciare la partita. Non basta perché alla fine del primo tempo Mikitaryan si procura un rigore, e Veretout sbaglia. Secondo tempo che inizia a ritmi molto alti con la Juve che sfiora il doppio vantaggio e la Roma che continua ad avere il pallino del gioco, colleziona calci d’angolo ma poi le occasioni vere non sono state tante. Resta il rammarico per una partita che contro la Juve in campo stasera poteva anzi doveva andare diversamente.

LE PAGELLE

Rui Patricio, 6 Poco impegnato, una parata non impeccabile sulla rovesciata di Bernardeschi

Karsdorp, 6,5 Viene cercato molto e stasera ha gamba, alla fine è uno dei migliori.

Mancini, 6 le porte le chiude bene, solita grinta e prestazione sufficiente.

Ibanez, 5,5 anche lui fa il suo dovere ma sul goal della Juve perde un po’ la posizione

Vina, 6 una splendida azione nel secondo tempo, ma il suo è il lato debole della squadra. Argina abbastanza bene Cuadrado ma non spinge con continuità

Veretout, 5 Il rigore sbagliato, il primo dopo 13 segnati con la Roma pesa come un macigno sulla storia della partita.

Shomourodov dall’80’ sv Poco tempo per incidere

Cristante, 5,5 non benissimo, ci mette tanta grinta ma la qualità non è sufficiente

Zaniolo, 7 era stato il migliore della prima parte di gara. Strappi, accelerazioni e tante idee. Con lui in campo 90 minuti la partita sarebbe stata molto diversa. Speriamo non sia niente di grave, Zaniolo è fondamentale.
El Shaarawy dal 25’ 6 si dà da fare, qualche spunto di livello ma la concretezza è un’altra cosa

Pellegrini, 6 Partecipa molto alla manovra, tocca tanti palloni ma nella sua partita manca il guizzo.

Mikitaryan, 6,5 si procura il rigore, ed è uno di quelli che ci prova fino alla fine

Abraham, 5 grande disponibilità, grande sacrificio ma questo ragazzo ha qualità per arrivare a rendersi pericoloso molto più spesso. Non mi è piaciuto il teatrino per battere il rigore che alla fine ha avuto il solo risultato di innervosire Veretout.

Mourinho 5,5 Lui ha commentato “grande Roma”, sinceramente l’impressione è che la Juve abbia voluto giocarla così. La Roma non gioca male ma vorremmo vederla arrivare in porta con più soluzioni

Goal di Turone

Roma e Juventus, il bene contro il male

Per la Roma esiste solo una partita che può valere come un derby, anzi anche di più: la sfida contro la Juventus.

Questa rivalità ha radici profonde. La Juve è la squadra più titolata d’Italia, e solitamente chi vince non è simpatico, ma nel caso dalla Juventus l’antipatia non viene solo dai trofei vinti. La vecchia signora rappresenta l’arroganza del potere, con la famiglia Agnelli alle spalle e quella filosofia per cui «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta». Soprusi, dispetti, ingiustizie hanno accompagnato nel corso del tempo questa partita. Per la Roma tante delusioni, ma anche alcune delle soddisfazioni più grandi.

Roma – Juve ai tempi di Campo Testaccio

Le prime schermaglie della rivalità ormai quasi centenaria risalgono agli anni 30. La Roma nasce proprio con lo scopo di contrastare lo strapotere delle squadre del nord, ed in effetti diventò subito la squadra del centro-sud più importante.

La Roma testaccina non arrivò a grandi risultati, ma era un’ottima squadra e le sfide contro la Juventus fecero storia. Fu proprio la Juventus ad espugnare per la prima volta il mitico Campo Testaccio con un 2 – 3 nel Gennaio del 1930. L’anno successivo la storica vendetta romanista che nel Marzo 1931 inflisse il mitico 5-0 alla fortissima Juve che avrebbe poi vinto cinque scudetti di fila, e che esattamente 12 mesi dopo lavò l’onta con un altrettanto roboante 7-1 a Torino. Sempre a Marzo, ma nel 1936 la prima vittoria a Torino, un 3-1 con la doppietta di Benedetti per la Roma che terminò la stagione al secondo posto ad un solo punto dal Bologna.

Per quattro decenni la rivalità tra Roma e Juventus rimase sopita, o meglio non si manifestò sul campo perché in quegli anni la Roma raramente si affacciava nelle zone alte della classifica. Non mancarono però storie da raccontare, come il famoso smaccò del 1970 quando la Juventus si prese letteralmente quelli che venivano definiti i “gioielli” della Roma: Capello, Landini e Spinosi. Inoltre nonostante in quei tempi senza Var e senza le partite trasmesse in Tv gli episodi sul campo non fossero così evidenti come oggi, quella “sudditanza psicologica” degli arbitri nei confronti della Juve era già ben evidente.

Capello, Landini e Spinosi

Gli anni di Falcao e Platinì

La rivalità tra giallorossi e bianconeri raggiunse l’apice negli anni 80, quando entrambe le società allestirono squadre fortissime. Il presidente Viola non aveva i mezzi economici degli Agnelli, ma ci sapeva fare. In quegli anni il Campionato Italiano era punto di arrivo di tutti i calciatori del mondo, non esistevano gli arabi nel calcio, e lavorando bene non era impossibile arrivare a grandi giocatori.

Il nostro “attentato di Sarayevo” ossia l’episodio che fece scoppiare la “grande guerra” tra Roma e Juventus si consumò il 10 maggio 1981. La Roma è seconda in classifica ad un punto dalla juve, e alla terzultima di campionato si gioca a Torino la partita che potrebbe significare il secondo scudetto della sua storia. La partita termina 0-0, ma al 75mo la Roma segna un goal che viene ingiustamente annullato per fuorigioco dal guardalinee dopo che l’arbitro aveva convalidato. Quel goal che poi la storia dimostrò essere buono di circa 10 centimetri diventò il simbolo di tutte le ingiustizie subite, e probabilmente l’episodio più discusso di sempre nel campionato di serie A.

Il goal di Turone

Da quel momento praticamente tutte le partite giocate tra Roma e Juventus sono state uno susseguirsi di polemiche fino ad arrivare ad oggi. Tra i più incredibili ricordiamo il colpo di testa del guardialinee sulla rimessa laterale di Aldair del 1995, o il più recente Juventus – Roma 3-2 della stagione 2014-2015, con tre goal irregolari su 3 e il famoso gesto del violino di Garcia. La Roma spesso si è trovata a dover combattere contro decisioni discutibili, ma si è tolta anche qualche soddisfazione come il 4-0 del 2012 con Totti che fa il 4 con la mano a Tudor dicendo “ne hai presi 4 vai a casa”. Non sono mancati episodi extra campo come il passaggio alla juve di due degli artefici del terzo scudetto (Emerson e Mister Capello) ad alimentare un livore che non avrà mai fine.

Abraham rassicura “Domenica dovrei esserci”

Abraham tornato a Roma si è immediatamente recato in clinica per essere sottoposto ad esami strumentali per determinare la gravità dell’infortunio di ieri durante la partita con la maglia della nazionale inglese.

È Tammy stesso ad accendere una speranza per Domenica rilasciando ai cronisti in aeroporto delle dichiarazioni che lasciano filtrare un ottimismo nemmeno troppo cauto.

Quel “si, penso di farcela per domenica” è molto importante, ma ancora di più saranno i risultati degli accertamenti. Visti i precedenti la Roma schiererà Abraham domenica solo in totale assenza di rischi.

Abraham infortunato, continua la maledizione nazionali

Tammy Abraham esce dal campo zoppicando 17 minuti dopo essere subentrato a Kane. Il rapporto dei giocatori della Roma con le nazionali continua ad essere disastroso. Abraham proprio grazie alle buone prestazioni in maglia giallorossa era appena stato richiamato dal CT inglese Southgate. Nella partita di stasera contro l’Ungheria era entrato in campo solo al 76mo. Farà subito ritorno a Roma e le sue condizioni saranno valutate, ma un fastidio muscolare quasi sicuramente lo terrà fuori dal big match di domenica. Il pericolo di uno stop di qualche settimana è purtroppo concreto, e considerando che le prossime gare ci vedranno di fronte a Juve Napoli Cagliari e Milan l’ansia è ai massimi livelli. Arrivano inoltre anche notizie pessime da Lorenzo Pellegrini che accusa uno stato febbrile che probabilmente non lo terrà fuori dalla partita ma che sicuramente non lo manderà in campo nelle migliori condizioni fisiche possibili.

Calciomercato Roma, Zakaria sempre più vicino

Zakaria a Gennaio?

Denis Zakaria continua a rifiutare Il rinnovo di contratto col Borussia Monchengladbach E se non ci saranno novità già a febbraio sarà libero di firmare con qualunque altra squadra liberandosi a giugno.

la Roma vorrebbe provare ad anticipare i tempi, anche per battere la concorrenza di club prestigiosi interessati a Zaccaria. Tiago Pinto proverà in tutti modi a fare un’offerta per portare il calciatore a Roma già a gennaio, ovviamente Ad un costo di molto inferiore ai 20 milioni di euro che in estate chiedeva il Borussia.

La cifra che i giallorossi metteranno sul piatto per il classe 97 si aggira intorno ai 5 milioni di euro, magari integrata da qualche bonus legato alle prestazioni o alla futura rivendita.

Calciomercato in uscita

Se il mercato della Roma in entrata sarà incentrato sull’acquisto del centrocampista, in uscita potrebbero esserci diversi elementi che non hanno convinto fino in fondo Mourinho.

Sicuramente per un centrocampista che entra ce ne sarà uno che esce. Uno tra Villar e di Diawara saluterà Trigoria visto anche il poco spazio che il tecnico portoghese ha concesso a questi ragazzi, scavalcati dalle gerarchie anche da Darboe. La scelta sarà fatta in base alle opportunità. Si punta ad una cessione a titolo definitivo per i due ragazzi per una cifra che si avvicina a 10 milioni di euro.

Reynolds sarà girato in prestito per avere l’opportunità di giocare e capire se si tratta di un giocatore che potrà tornare utile nel futuro.

Per l’attacco la novità potrebbe essere legata al desiderio di Mayoral di restare in squadra alle condizioni attuali. Il ragazzo ha giocato davvero poco e anche in virtù di quanto fatto la scorsa stagione potrebbe chiedere di essere ceduto. In questo caso la Roma e Mourinho vorrebbero tenere il giocatore, anche perché a Roma in prestito e la sua cessione non porterebbe vantaggi economici. Opportunità di mercato ed accordi con il Real Madrid proprietario del cartellino potrebbero cambiare la situazione. In ogni caso la stagione lunga e presto Matoral potrebbe avere le sue chance per mettersi in mostra e cambiare le gerarchie.

La Lega vieta l’inno, ed allora ce lo cantiamo noi

Non è stata la prima volta che allo stadio i tifosi della Roma hanno intonato il proprio inno senza la base, ma è sempre stata una scelta per enfatizzarne l’effetto. Domenica pomeriggio invece, dopo pochi secondi di base la musica è sparita e lo speaker si rivolge al pubblico dicendo “ce lo cantiamo noi”, e così l’inno diventa una protesta nei confronti della Lega di serie A.

Mourinho apprezza particolarmente l’inno della Roma, e così qualche settimana fa ha espresso il disappunto sulla regola che impedisce di suonarlo coi giocatori in campo allo scopo di caricarli.

Nelle ultime due partite casalinghe prima di Roma – Empoli l’inno era suonato all’ingresso delle squadre in campo, ma si stava creando una pericolosa frizione con la Lega che ferma sulla sua inutile regola ha minacciato multe salate.

A questo punto l’idea geniale che risolve il problema alla radice, fa ascoltare ai giocatori l’inno cantato da 30.000 tifosi, e così niente multe ed adrenalina garantita.

Probabilmente da qui in avanti sarà una splendida normalità.

Smalling: nuovo infortunio, out un mese

Chris Smalling senza pace. Ancora un infortunio muscolare che lo terrà lontano dal campo per diverse settimane. Il vero problema dell’ennesimo stop non è tanto tecnico, perché per fortuna quello dei centrali di difesa è il ruolo in cui la Roma vanta una discreta abbondanza qualitativa e quantitativa, ma di continuità per il ragazzo che dopo qualche partita stava finalmente riprendendo il ritmo partita e facendo salire il livello delle sue prestazioni.

La lesione al flessore della coscia destra riportata da Smalling sarà valutata giorno per giorno, ed è un tipo di infortunio che ha bisogno di almeno due o tre settimane per guarire, ma visti i precedenti la Roma opterà per la prudenza e le possibilità di poter contare su di lui nel prossimo tremendo ciclo di partite sono ridotte quasi a zero.