Roma – Udinese – La Paura di Scoprire Chi Siamo

Roma – Udinese per fortuna arriva presto. Meno tempo per pensare troppo alla disfatta di Verona e subito l’occasione per rifarsi.

Sono bastati appena 14 minuti domenica per distruggere tutte le certezze maturate nelle prime sei partite e altrettante vittorie che la Roma aveva fatto fino a quel momento? Probabilmente no, almeno non nella testa della squadra. Mourinho è un grande allenatore che ha affrontato oltre mille partite, e sa perfettamente che nel calcio capita di perdere. Soprattutto è perfettamente conscio del fatto che la Roma è una buona squadra ma non così forte da marciare al ritmo che tutti i tifosi vorrebbero. Siamo certi che questa sua consapevolezza la trasmetterà ai giocatori, che dopo sei vittorie ci mancherebbe che andassero in crisi mentale alla prima sconfitta.

Brutto scoprì chi sei

Il problema della brutta caduta di Verona è principalmente per noi tifosi. “Brutto scoprì chi sei” diceva il Libanese al Dandy in Romanzo Criminale, e quella paura di scoprire la verità ci sembra di coglierla negli occhi di tanti romanisti. Talmente tanta è la voglia di tornare protagonisti che non si riesce ad accettare che probabilmente la Roma ancora non è attrezzata tecnicamente per ricoprire un ruolo di protagonista assoluta.

Le sei vittorie consecutive sono un risultato importante, ma sono arrivate anche grazie a episodi positivi come contro Fiorentina e Sassuolo. Inoltre il livello medio delle squadre affrontate non è stato altissimo e anche se questo non toglie meriti a quanto fatto deve essere una cosa da tenere in considerazione.

Il tifoso romanista è passionale, viscerale. Vive sempre il momento con la pancia, e questa è la sua forza è anche la sua dannazione. Si vince una partita (figuriamoci sei) e si pensa di essere i più forti di tutti, ma non si contestualizza quasi mai e soprattutto si finisce col perdere di vista gli obbiettivi reali della stagione.

Quasi ci dispiace fare questa analisi, ci sembra di essere negativi, ma non è così. Normalissimo quando viviamo un momento positivo fare voli pindarici ma poi per evitare brusche cadute sarebbe bene analizzare il nostro “status” nel campionato di serie A, e valutare il percorso che stiamo facendo tenendo sempre in considerazione la totalità di quello che si è fatto fino a quel momento, per giudicare se siamo o meno in linea con gli obbiettivi stagionali.

Qual è il ruolo della Roma?

La Roma viene da due campionati sostanzialmente anonimi conclusi al 6°, 5° e 7° posto, conditi con eliminazioni disastrose in Coppa Italia. Rispetto alla formazione titolare dello scorso anno possiamo sintetizzare che schieriamo Rui Patricio, Vina, Zaniolo e Abraham al posto di Pau Lopez, Spinazzola, Pedro e Dzeko. Ognuno può fare le proprie valutazioni, ma non ci sembrano cambiamenti tali da poter pensare con lucidità che la Roma possa essere una delle squadre a cui si chiede lo scudetto. Probabilmente è vero che come organico poteva valere qualcosa in più del settimo posto lo scorso anno, ed è altrettanto vero che in panchina possiamo contare su un grandissimo allenatore, ma nella griglia di partenza la Roma non parte davanti, ed il vero obbiettivo stagionale deve essere esclusivamente tornare nelle quattro che vanno in Champions League.

Naturalmente questo non significa vivere per forza una stagione anonima e con “zeru tituli”, possiamo provare a vincere qualcosa in competizioni più alla portata come la Coppa Italia e la Conference League, e fare un campionato di altissimo livello.

Riuscire a comprendere le proprie potenzialità non vuol dire rinunciare a fare qualcosa di più. Le partite vanno giocate, ed è sempre positivo cercare di guardare oltre i propri limiti. Se tra dieci partite saremo nei primissimi posti ovviamente si penserà di poter fare qualcosa di meglio e si lotterà per quello.

Tutto questo per dire che per quanto quella di Verona la possiamo definire una bruttissima sconfitta, nel percorso che compete alla Roma i 9 punti in quattro partite sono più di quanto potevamo augurarci.

Proiezioni ed opportunità

Nove punti in quattro partite portano come proiezione a fine campionato 85 punti. Credo che tutti firmeremmo per chiudere la stagione con questo punteggio, quindi considerando anche l’inizio del girone in Conference possiamo dire che la Roma sta facendo bene. Per ora il campionato ci dice che una delle avversarie più pericolose cioè la Juve sembra fuori dai giochi con soli due punti in classifica e -7 da noi, mentre le altre avversarie che si giocano i primi quattro posti e cioè Napoli, Inter, Milan, Atalanta e Lazio sono tutte molto vicine al massimo ad un paio di punti avanti o dietro.

L’effetto psicologico

Nel calcio la testa conta più dei piedi, ed in questo senso è essenziale che i calciatori reagiscano subito alla sconfitta col Verona e ripartano Giovedì sera con voglia e convinzione, perché le prossime due partite saranno fondamentali per avere più chiaro il nostro ruolo in questo campionato. Fare sei punti e quindi vincere il Derby potrebbe essere una componente psicologica potentissima per il cammino della Roma, viceversa perdere punti potrebbe pesare come un macigno e far crollare l’autostima e l’entusiasmo dell’ambiente e della squadra.

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